Una nuova Wave scaccia la vecchia Google Wave

Chiusura di Google Wave

Ieri questo articolo, Google, addio alle rinnovabili e stop all’enciclopedia web e stamane la mail sopra sono segni inequivocabili dell’affermazione dei social come li stiamo vedendo.

Non avendo nulla da aggiungere alle considerazioni di tipo economico/generale, illustrate dall’articolo di Repubblica, credo che le ragioni tecniche, dell’abbandono dei progetti software, siano evidenti: Google sta riorganizzando tutti i suoi servizi per farli vedere come parti di un’unico prodotto G+.
La user experience alla Facebook, quella di essere in un mondo omogeneo anche se chiuso, ha vinto sull’allegra diversità delle interfacce di tutti i prodotti Google. Chi usa Gmail, Google document si è sicuramente accorto che l’interfaccia sta piano piano visivamente avvicinandosi a quella di G+, prodotto che guarda caso avete a disposizione nella barra nera in alto. Da quando il vostro Profilo Google è diventato autonomo dall’applicazione che usate, siete entrati in mondo alla Facebook, solo che non  è così evidente percepirlo perché tutti i programmi sembravano diversi.
Evidentemente siamo entrati in una nuova era dove è più importante riconoscere l’appartenenza che amare la diversità o forse dove è scarsamente produttivo fare sempre le stesse cose in modo diverso o forse semplicemente la semplificazione degli ambienti è anche una semplificazione tecnica che ne aumenta la trasportabilità su device differenti.

L’altra faccia della medaglia è la Apple. Lei è un ecosistema che, tramite il mantra della semplicità  e l’ostentazione della bellezza, lega gli utenti mediante l’uso di strumenti fisici determinati: i suoi. Quando compri un IPhone ti danno anche sistemi di comunicazione specifici che ti permettono di fare rete tra utenti apple. L’ICluod era il tassello che mancava. Un grande calderone comune, dove mettere tutte le cose che potranno essere utilizzate e condivise solo da quegli utenti che hanno strumenti Apple.

Il lato Apple in Google  è impersonato da Android, fino a queste estate solo un sistema operativo per telefoni, adesso anche un telefono, dopo che  Google ha acquisito di Motorola. L’ICloud di Google esiste già, è quello di cui abbiamo parlato prima e che diventerà più forte quando lo percepiremo come un tutt’uno. Le nostre rubriche telefoniche sugli smartphone che cosa sono se non un tassello di questo?

Non so se ci stiamo tutti infilando gioiosamente in grosso cul de sac dando tutto quello che possediamo a tre simpatici signori americani. Non lo so, ma mi piacerebbe sapere se ci stiamo ponendo il problema. In nome dell’evoluzione stiamo ammazzando la biodiversità. In nome dell’evoluzione stiamo passando dal piccolo al gigante ecc…

Se questo è il lato oscuro della forza io, come Skywalker, cerco di seguire gli insegnamenti dello Yoda di Internet Tim Berners Leelavorando sulle opportunità che questa forzata connessione tra individui ha generato. Si perché, i tre simpatici porcellini, per vendere i loro prodotti, vogliono che le persone appartengano alle loro comunità e quindi il corollario dell’operazione in corso è la nascita più o meno evidente di alcune comunità di individui identificati. Gli ecosistemi di Apple, Google, Facebook, Twitter sono spazi virtuali, in cui gli utenti si possono muovere in quanto rappresentabili e per fare questo devono essere identificabili. Anche se non parliamo necessariamente di una identificazione fisicamente certa, sempre una identificazione è.

Anche se non è  l’internet di Yoda, non potendo nulla contro la forza dell’impero, auspico che tutti quanti ci impegnamo a capire cosa è possibile fare all’interno di questo nuovo contesto. Io voglio vedere il bicchiere mezzo pieno, anche se, avendo provato la socialità che stava dietro al progetto Google Wave, spero che la sua chiusura non sia un sintomo che questo nuovo paradigma possa passare solo attraverso un abbassamento della qualità del livello della iterazione tra individui. D’altro canto se le persone, come hanno fatto a proposito di Wikipedia, danno indicazione che preferiscono dare soldi piuttosto che metterci la testa perché i padroni del vapore non dovrebbero seguire l’onda?

A proposito copio il testo della mail per non perdere i link che ci sono dietro: If you would like to continue using Wave, there are a number of open source projects, includingApache Wave. There is also an open source project called Walkaround that includes an experimental feature that lets you import all your Waves from Google. This feature will also work until the Wave service is turned off on April 30, 2012.
For more details, please see our help center.
PS: questa è la caratteristica di Google, dare sempre agli utenti una via di uscita per i propri dati. Non è molto, ma è meglio di niente. Almeno questo diritto esercitiamolo con tutti gli strumenti a cui ci obbligano a partecipare, in attesa di imporre loro regole ancora più rispettose dei nostri interessi.

 

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