E’ dalla campagna di Pisapia che avevo visto con i miei occhi il significato mediatico delle primarie. Il leggere, l’altro ieri, un Ilvo Diamanti ribadire quel concetto, solo con un paio d’anni di ritardo, ha rimosso quel velo di apatia con il quale avevo liquidato l’evento. Mentre per Obama avevo dato un’occhio alle tecniche che probabilmente avevano contribuito al successo della sua campagna elettorale, onestamente i Fantastici 5 avevano attirato la mia attenzione solo perché dichiaravano che la veridicità delle loro dichiarazioni sarebbe stata controllata. La cosa puntualmente non si è avverata proprio perché al nulla non si può applicare un principio di verità. Comunque qua trovate un’analisi sul loro uso della Rete. L’altra mattina dopo avere letto Diamanti mi è caduto l’occhio su un Renzi che parlava di Adesso Partecipo e come Roger Rabbit sono entrato nel sito, ho trovato questo video.
Mi sono registrato e ho provato subito l’attivismo Web, tanto era il giorno dopo per cui non avrei influenzato in alcun modo la campagna che aveva portato Renzi al 35,5 dei consensi.
Come vedete dalla snapshot del profilo ti chiedono di connetterti ai tre social più alla moda. La connessione permette loro di scrivere, con le tue credenziali, quello che tu scegli, sui tuoi profili. Io ho sperimentato solo Twitter. Apparentemente niente di strano tranne il fatto che la modalità d’uso dell’applicazione avrebbe potuto implicare un coinvolgimento più basso. Nella sostanza perché sviluppare un apps se poi basta mettere un social plugin sui materiali da condividere? Perché chiedere con tanta insistenza anche il numero di cellulare?
Il resto del sito è la cronaca della scampagnata in camper per l’Italia del nostro eroe. Il camper mi ha ricordato subito Beppe Grillo e lasciando un attimo da parte i suoi ultimi successi siciliani, mi è venuto naturale occuparmi di tutto quello che è successo dopo la Mossa del Cavallo. Il movimento in Lombardia ha preso atto delle dimensioni della scacchiera e prima con le vetrine e adesso con le graticole sta cercando di sviluppare un processo complesso. Questo video documenta lo stato dell’arte attuale.
Da buon ultimo proprio stamane mi è capitato sott’occhio CONTRIBUTI ESSENZIALI DI PROGRAMMA di ALBA (Alleanza Lavoro Beni Comuni Ambiente).
Tre modi completamente diversi di affrontare questo periodo elettorale. Sono sicuro che ad una lettura tradizionale i tre momenti vengono ricondotti a tre istanze diverse e quindi tra loro vengono definiti non comparabili. L’esperienza di Alba testimonia la stagione della stesura del programma, mentre quella di Renzi e del Movimento 5 appartengono alla fase della scelta dei candidati, Renzi come candidato presidente mentre il Movimento 5 Stelle si sta occupando di definire tutti i candidati della lista. Colpisce il fatto che, fasi di uno stesso processo, non siano svolte in modo sincrono dai contendenti alla stessa competizione. E’ come se ad una gara olimpionica un pò decidessero di partire al colpo dello start, altri stiano fermi ed altri siano già dietro al traguardo a parlare con la stampa. Guardandoli così sembra un gran guazzabuglio ma chiedendosi il perché di questo strano comportamento risulta tutto più facile.
Sono tre tecniche per recuperare il rapporto tra elettore e politica.
Alba adotta lo schema tradizionale: un buon programma che faccia tutto quello che in questo momento non funziona. Renzi assolda Gori il re della comunicazione e prende pari pari gli strumenti che hanno fatto vincere Obama. Le primarie stesse appartengono a quel paradigma: l’elettore è più coinvolto perché è lui che sceglie chi lo governerà. Il Movimento 5 Stelle è l’unico che ha preso il toro per le corna e, per quanto riguarda la campagna elettorale, ha eliso lo iato tra eletto ed elettore rendendo (quasi) tutti gli elettori eleggibili. Con una sintesi molto approssimativa potremo dire che una l’ha presa dal punto di vista dei contenuti, l’altro dal punto di visto della forma, mentre il terzo ha scelto di adottare un paradigma diverso. Parlo in questo modo perché Alba e Renzi con forme diverse hanno prima definito i termini del contratto con gli elettori e poi stanno chiedendo la fiducia su chi lo farà meglio mentre, nel Movimento 5 Stelle, il programma, che esiste a priori, dovrà essere attuato da entrambe le parti del contratto visto che non c’è confine certo tra eletto ed elettore. D’altro canto se l’insoddisfazione degli elettori deriva dal fatto che gli eletti fanno quello che vogliono indipendentemente dalle promesse con cui strappano i voti, il tentativo del Movimento 5 Stelle sembra essere quello più innovativo nell’approcciare il problema alla radice.
Insomma un gran momento dove tutto è messo in discussione dai fatti e la speranza,che qualcosa di nuovo possa accadere, è grande.
Credo molto poco alle affermazioni di una condizione ontologica di qualità e credo molto più che questa sia frutto di un azione continua tra le parti tese a formare la loro comunità.
Insomma è evidente per chi faccio il tifo anche se non vi nascondo che non mi spiacerebbe una soluzione, dove rimanendo viva la capacità autoformativa delle liste sia possibile identificare la relazione tra l’eletto e il gruppo che lo ha determinato.
Attenzione il tutto non con l’idea di creare qualche funzione di controllo ma con l’idea di migliorare tecnicamente il processo di formazione stesso, per raggiungere quella rappresentanza piena di tutti i soggetti che compongono il nostro mondo non solo come individui ma come comunità a tutto tondo.
Non preoccupatevi mai di dire Adesso Partecipo, perché le energie che si libereranno in queste elezioni vanno assolutamente colte indipendentemente dai risultati visto che si è aperto un periodo dove è lecito discutere anche di cose apparentemente intoccabili come i processi stessi che creano la rappresentanza.
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