Sto raccogliendo frasi significative, a mio del tutto sindacabile giudizio, dalla lettura del libro di Jeremy Rifkin “La Società a Costo Marginale Zero” edito Mondadori che consigliamo fortemente di leggere.
Tra 2008 e il 2012, mentre la grande recessione provocava l’emorragia di lavoratori, industria è andata ulteriormente arricchendosi di software e altre innovazioni per potenziare la produttività e mantenere alto il profitto a fronte di minori uscite. I risultati così ottenuti sono impressionanti. Mark J. Perry, professore di economia alla University of Michigan e visiting scholar presso l’American Enterprise Institute (un think tank conservatore con sede a Washington) ha elaborato le cifre. Stando ai suoi dati, alla fine del 2012 l’economia americana aveva completamente riassorbito la recessione 2007-2009, arrivando a un prodotto interno lordo di 13.600 miliardi di dollari (in dollari del 2005) il 2,2% in più (o 280 miliardi di dollari in più) rispetto alla produzione reale del 2007, cioè poco prima della recessione, quando il Pil ammontava a 13.320 miliardi di dollari. Perry fa quindi notare che mentre la produzione reale è cresciuta del 2,2 rispetto i livelli di recessione 2007, questo aumento di beni e servizi è andato conseguito dall’industria con il lavoro di appena 142 milioni e 400.000 lavoratori, 3.840.000 in meno di quelli impiegati nel 2007. La conclusione dello studio è che la grande recessione ha prodotto enormi aumenti sul fronte della produttività e dell’efficienza, perché le aziende si sono disfatte dei lavoratori non indispensabili e hanno imparato come fare “di più con meno (cioè con meno lavoratori)” [p. 171]
In secondo luogo, l’automazione del lavoro in ogni settore dell’economia di mercato ha già iniziato a liberare risorse umane, aprendo loro la possibilità di trasferirsi nell’economia sociale in via di formazione. Nell’era che si sta affacciando, impegnarsi a fondo nel Commons collaborativo assumerà la stessa importanza che nell’economia di mercato ha avuto lavorare duramente, e l’accumulazione di capitale sociale diventerà preziosa quanto lo è stata l’accumulazione del capitale di mercato. A definire il grado di realizzazione esistenziale degli individui saranno l’attaccamento alla comunità e la ricerca di trascendenza e significato, e non la ricchezza materiale. [p. 186]
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