Cosa è una piattaforma?
Ci sono diverse voci autorevoli in Italia che descrivono questi nuovi modelli economici e i loro processi.
Secondo Marta Mainieri fondatrice di Collaboriamo le piattaforme sono “organizzazioni che abilitano due o più parti a incontrarsi per condividere o pubblicare beni, idee, servizi. Airbnb, Blablacar, ma anche Amazon, Ebay, Facebook e Twitter: nessuno di loro produce direttamente, ma tutte abilitano gli utenti a condividere pensieri, emozioni, macchine, case e così via.”
Secondo Simone Cicero ideatore del Platform Design Toolkit, una piattaforma è “un’azienda o un’organizzazione che — invece di produrre tutto internamente — produce un sistema (digitale e non) per orchestrare il lavoro e la partecipazione di terze parti indipendenti e, in questo modo, connettere domanda e offerta intorno ad una opportunità di mercato o un bisogno.”
Cosa è una piattaforma positiva?
Come scrivono Devin Fidler e Marina Gorbis, direttrice di Institute For The Future nel loro post “Design It Like Our Livelihoods Depend on It”, le piattaforme positive sono:
“Piattaforme che non solo massimizzano i profitti per i loro proprietari ma forniscono anche mezzi di sussistenza dignitosi e sostenibili per chi ne entra a far parte, oltre ad arricchire la società nel suo complesso.”
I testi utilizzati per l’articolo sono stati:
Marina Gorbis and Devin Fidler — 8 Principles for creating on-demand platforms for better work futures.
Marta Mainieri — Dalla promozione alla partecipazione: come cambia il marketing nell’era di Facebook, Amazon & Co.
Simone Cicero — Cosa sono i market networks e perché piattaforme come Uber sono solo l’inizio
An Inclusive Sharing Economy report
PLATFORM COOPERATIVISM – Trebor Scholz
Rispondi