Perché giochiamo ad Among Us

Leggetelo nell’omonimo articolo di Riccardo Luna su Repubblica.

Il trailer di Innersloth la piccola società di giovani che l’ha fatto

È un prodotto artigianale e imperfetto: lanciato due anni fa e letteralmente ignorato fino alla pandemia, nei mesi scorsi ha sbaragliato la concorrenza. Perché? Perché è stato scelto dalle star dei videogame per le loro dirette social, è stato scritto. Ma questo è stato il detonatore. L’esplosivo è stato il meccanismo del gioco: tra quattro e dieci giocatori in una navicella spaziale alla deriva, ciascuno cercando di fare il proprio dovere per arrivare a destinazione, ma tra di loro c’è sempre un impostore che ci boicotta. Chi è? Non si sa. E cercando di scovarlo i giocatori si accusano e si discolpano. Sono “i dieci piccoli indiani” di Agatha Christie, è lo stesso meccanismo di tanti altri giochi. Un meccanismo che funziona sempre. Perché c’è sempre un impostore nella nostra vita che cerca di sabotare la navicella che deve portarci in salvo. Anche adesso che dobbiamo combattere il virus e incolpiamo sempre gli altri per i contagi che salgono. Impostori. The Vice ha scritto: Among Us non è soltanto il gioco del 2020, è “Il “2020” in versione gioco.

Chiaramente il canale di engagement rimane twitter.

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