Oggi nell’agrumeto del convento è stata messa a dimora una nuova pianta di limone.Abbiamo aderito a una splendida iniziativa promossa dal gruppo “Alleanza Sociale per la Sovranità Alimentare” che, in occasione della GIORNATA MONDIALE DELL’AMBIENTE, desidera ribadire quanto sia necessario ridare dignità alla terra e a chi la lavora sganciandola dalla mentalità di un profitto che promuove lo sfruttamento intensivo del pianeta.Lèggiamo su vociperlaterra.it: “È ormai evidente che il sistema capitalista ha la responsabilità delle azioni predatorie contro l’ambiente, producendo danni gravissimi al nostro pianeta. Il modello industriale estrattivista, grazie anche all’aumento della militarizzazione per mantenere l’egemonia imperialista, distrugge le nostre terre e fiumi, foreste e mari, riduce la biodiversità, saccheggia i nostri territori e criminalizza le nostre lotte. Gli effetti di questo modello sono sempre più gravi: forti tempeste, cicloni, siccità, ondate di calore, inondazioni, migrazioni, consumo eccessivo e spreco alimentare, produzione di cibo tossico che causa malattie e uccide in tutto il mondo.”
Il tema è complesso ma Papa Francesco ci indica nell’enciclica Laudato sii l’«…urgenza e la necessità di un mutamento radicale nella condotta dell’umanità», perché, senza un «…autentico progresso sociale e morale…» la crescita economica e il progresso tecnologico più prodigioso possono ripercuotersi contro l’uomo. Il Papa richiama l’uomo a una “conversione ecologica globale”, ad “un’autentica ecologia umana”, ad «…un’ecologia integrale, vissuta con gioia e autenticità», a «…eliminare le cause strutturali delle disfunzioni dell’economia mondiale e di correggere i modelli di crescita che sembrano incapaci di garantire il rispetto dell’ambiente». Con questo orientamento ci siamo preparati ad essere uno dei luoghi in cui piantumare un nuovo albero, con la speranza che, insieme a lui, una nuova coscienza possa crescere e portare frutto nelle nuove generazioni. La TERRA è casa nostra. L’unica. Agiamo ora perché non avremo altre possibilità. Editoriale
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