Avvicinarsi alla pratica dell’autoproduzione per avere un risparmio economico, per impattare meno su questo mondo e sulla nostra salute, è come piantare una pianta di pomodori in un vaso: darà i suoi frutti ma non potrà raggiungere il suo massimo potenziale.La radice dell’iniziarsi all’autoproduzione, necessita di altre profondità, di altri strati di terra, deve poter scendere e accedere alla sua verità prima: siamo noi i responsabili della nostra vita, di ogni sua parte.Spalmare continuamente responsabilità e colpe all’esterno, non è altro che ammettere che non siamo capaci (per variabili motivi) e non vogliamo stare in questa porzione di esperienza terrena come padri e madri ma sempre e ancora come figli, dove, qualcuno e qualcosa si deve occupare costantemente delle nostre mancanze.Se non so come mantenermi in salute, per fortuna posso rivolgermi a un medico, ma non sarà lui il responsabile di come tratto il mio corpo.Se mio figlio persiste nel disinteresse verso lo studio, magari non ha incontrato maestre e professori più adatti al suo temperamento, ma la responsabilità è mia che delego totalmente alla scuola la sua istruzione ed educazione.Se non ho più accesso al gas e non so come riscaldarmi, non è la Russia ad essere responsabile del mio freddo, ma io che non so come fare in altro modo.L’autoproduzione germoglia, poi, nella consapevolezza che niente ci è dovuto, che pagando possiamo avere accesso a tantissimi servizi, ma che pagare, comunque, non mi toglie la responsabilità di provvedere a ciò di cui ho bisogno.Le nostre vite, in questa vita, sono singole e restano tali anche nella pluralità.Ok, la messa della domenica l’ho fatta.
A proposito di quanto evocato che andrebbe fatto per Ciboprossimo posto come tema sulla diffusione tramite social di questo articolo su Latini