Macchie sul muro, vedi le cose con un occhio diverso. Avete usato un approccio alto, troppo alto e complesso. Guardandolo mi sento ignorante, discriminato e faccio fatica a capire di cosa si tratta. Non entro in un tunnel, o meglio ci entro ma non ne esco vivo, non ne esco vincente.
Ho passato tutti gli anni della mia vita dibattuto tra due estremi: essere troppo massificante o essere essere troppo alto. Quando stavo dalla parte del secondo perdevo sempre mentre massificando alla fine venivo sempre compreso. Tutto quello che vogliamo far passare deve essere contestualizzato con la realtà, devono ricordare subito quello che hanno visto. Io non ricordo quello che ho visto. Ti devi sempre domandare: ma tuo figlio si troverebbe? Il vostro progetto è troppo alto. Guardandolo abbiamo capito che il tuo progetto è un progetto B2C.
La sto mettendo sul piano personale visto che il nostro tramite è un amico comune.
Ho la sensazione che è una cosa importante, ma non l’ho capita. Questo provoca l’impossibilità di conversione.
Tu devi essere un portatore di senso ma non ti dimenticare che devi comunicarlo. Un buon esempio è la canzone che ha vinto Sanremo, Ciao Ciao, dove un gesto è un titolo accattivante che in realtà copriva un contenuto molto importante e assolutamente non banale. Le persone vengono attirate dallo sculettamento e a questo punto possono accedere al testo.
Non è un problema di competenza ma di stile. Siete come dei ricercatori.
Se tu vuoi cambiare un posto brutto in uno bello non devi chiamare un amante del bello perché, in tutto ciò che hai di rotto, vi ritroverà dentro del bello e la lascerà come tale e tu alla fine avrai un posto tutto rotto. La banalizzazione è una cosa importante dice Bartezzaghi.
Devi scendere di livello / scala per avere credibilità.
Devi essere un militante in quello che stai facendo: dovete essere banali.
Non devi prendere come esempio quello che hai convinto a cena argomentando davanti ad un bicchiere di vino: tu devi convincere quello che vede il sito da solo. Il punto di partenza è il sito.
Devi tener conto che un progetto così importante, io che ho guardato il sito, non l’ho capito. L’identità deve essere comprensibile in pochi secondi. Secondo me deve essere la militanza nel cibo.
Filosofia del primo impatto: umiltà che io devo trasmettere nel primo impatto. Scendere di scala. Aiutare ad entrare più velocemente possibile nel progetto.
Banalizzazione è un elemento chiave. Una parola che potremmo utilizzare al suo posto è semplificazione.
Bisogna agire sulla dimensione strutturale del progetto, progetto che, fino ad adesso, probabilmente ha coinvolto un numero ridotto di persone consolidando così un gruppo chiuso con competenze limitate. Questo processo identitario condiziona sicuramente la struttura del progetto stesso.
Bisognerà passare sicuramente attraverso un percorso di distruption.
Fare il punto della situazione per capire qual è il passo successivo. Fare un salto per non cadere nell’errore di sapere che il piatto è completo ma non viene consegnato perché lo chef non lo considera tale.
Non avendo trascritto quanto ho detto io riporto da un lato questo post che evidenzia che sono 5 anni che abbiamo lasciato in secondo piano Facebook. Ci siamo accorti che, se non proponevamo una soluzione tecnica alternativa, quanto volevamo fare per il cibo che ci piace, non avremmo mai potuto ottenerlo da strumenti come quello che sono intermediari strutturali fondati sul consumo di news. Il dialogo sul legame tra la struttura tecnica del prodotto e la comunicazione è stato affrontato in coda quando si è iniziato a verificare il livello di imbrattamento che, i piatti di pasta buttati sul muro, avessero generato. A tal fine mi sembra giusto condividere quanto scritto il giorno che abbiamo rilasciato i nuovi siti oggetto della piacevole chiacchierata. Consigli sentitissimi per i regali di questo Natale: un cavolo
L’articolo sopra citato documenta lo stato dell’arte ad oggi. E’ un ulteriore passo di un cammino che dura da 12 anni. Non è l’unica punta dell’iceberg. Questi sono alcuni degli altri momenti in cui ho ragionato sul quello che stavo facendo. Non sono gli unici ma forse i più organici. L’ultimo dell’elenco (7) è quello che ritengo il più importante, forse, unito al primo (1), gli unici da leggere, tenendo gli altri come approfondimenti di alcuni aspetti.
- La Teoria di Base – Le comunità di pratica
- Un esempio concreto di documentazione
- Come articolare una proposta di implementazione
- Un’accompagnamento all’implementazione
- Cosa intendiamo per comunicazione
- Qualcosa che riguarda i protagonisti di questa conversazione
- Attrezzi per cambiare punto di vista
Fonte immagine di copertina con testo della canzone
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