La presentazione di Ciboprossimo è l’accompagnamento naturale di quanto abbiamo trattato teoricamente in Efficientamenti Ambientali visto che riteniamo che quanto abbiamo sviluppato in questi anni vada proprio in questa direzione. L’obbiettivo di questo articolo è di fornire per ciascuna delle slides del materiale che permettesse di approfondire quanto evocato dalle immagini con cui è fatta la presentazione. Premettiamo qualcosa che nelle slides non c’è ma che è il contesto entro il quale queste devono essere lette: la dimensione del sistema agroalimentare italiano.
Settore Agroalimentare
Come fonte principale va sicuramente tenuta il censimento 2022 sull’agricoltura
A rischio filiera da 575 miliardi», «Una situazione», commenta Coldiretti, «che è destinata ad esplodere in autunno con un prevedibile balzo dei listini di vendita che riguarda l’intera filiera agroalimentare». Filiera che attualmente vale 575 miliardi di euro, quasi un quarto del Pil nazionale, e vede impegnati ben 4 milioni di lavoratori in 740 mila aziende agricole, 70 mila industrie alimentari, oltre 330 mila realtà della ristorazione e 230 mila punti vendita al dettaglio. L’agroalimentare inoltre assorbe oltre l’11% dei consumi energetici industriali totali per circa 13,3 milioni di tonnellate di petrolio equivalenti all’anno. «Non c’è tempo da perdere e non possiamo aspettare le elezioni e il nuovo governo ma bisogna intervenire subito sui rincari dell’energia che mettono a rischio imprese e famiglie in settori vitali per il Paese», ha dichiarato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini. «Con i rincari d’autunno insieme al sistema produttivo sono a rischio alimentare oltre 2,6 milioni di persone che in Italia sono costrette a chiedere aiuto per mangiare e rappresentano la punta dell’iceberg delle difficoltà in cui rischia di trovarsi un numero crescente di famiglie a causa dell’inflazione spinta dal carrello della spesa per i costi energetici e alimentari». Fonte al 30/8/2022
A seguito dell’approvazione da parte della Commissione Europea del Piano Strategico della PAC 2023-2027, a partire dal 1 gennaio 2023, saranno messi a disposizione del settore agro-alimentare e forestale e delle aree rurali circa 36,7 miliardi di euro in 5 anni.
Due mondi a confronto
L’immagine di copertina mostra due mele lasciate fuori dal frigor per tre mesi. Il loro stato di conservazione testimonia che esistono modi diversi di coltivare. Noi di Ciboprossimo siamo partiti proprio ad indagare perché esistevano queste differenze. Cosa c’era dietro a questi due mondi.
Il nostro incontro con una foto analoga è documentato in Primi passi di un lungo percorso
Tante agricolture per una mela rispettosa dell’ambiente
L’esigenza di coltivare Mele Buone è ribadita dalla FAO: I sistemi alimentari contribuiscono per oltre un terzo alle emissioni mondiali di gas a effetto serra , dall’lPCC che mette in rapporto il Suolo con il Cambiamento Climatico e dall’IPBES che nel suo report 2022 ci ricorda che circa 50.000 specie selvatiche sono utilizzate attraverso pratiche diverse, comprese più di 10.000 specie selvatiche raccolte direttamente per il cibo umano, e che le popolazioni rurali nei paesi in via di sviluppo sono più a rischio di un uso non sostenibile, visto che con la mancanza di alternative complementari sono spesso costrette a sfruttare ulteriormente le specie selvatiche già a rischio”.
“Il 70% dei poveri del mondo dipende direttamente dalle specie selvatiche. Una persona su cinque fa affidamento su piante selvatiche, alghe e funghi per il proprio cibo e reddito; 2,4 miliardi dipendono dalla legna da ardere per cucinare e circa il 90% dei 120 milioni di persone che lavorano nella pesca di cattura sono supportati dalla pesca su piccola scala”. “Ma l’uso regolare delle specie selvatiche è estremamente importante non solo nel Sud del mondo. Dal pesce che mangiamo, alle medicine, ai cosmetici, alle decorazioni e alle attività ricreative, l’uso delle specie selvatiche è molto più diffuso di quanto la maggior parte delle persone creda”.
Relazioni e Trasferimento di Conoscenza
Di territorio e cibo se ne parla molto nei libri: Appennino. Economie, culture e spazi sociali dal medioevo all’età contemporanea ne è un buon esempio. La centralità dei sistemi locali dal punto di vista urbanistico e sociale è diventata molto attuale e un buon punto di partenza per introdursi allo stato attuale della discussione è il libro Contro i Borghi.
La Comunità Europea ha emesso parecchie direttive a proposito a partire dalla Farm To Fork per arrivare a Everyone at the Table. Anche la FAO ha scritto documenti importanti, come Sustainable food system report, partendo dall’idea che per fermare la fame nel mondo sia importante l’agricoltura contadina. Slow Food se da un lato con Terra Madre, le Condotte e i Presidi ha costruito un Sistema Relazionale fortissimo dall’altro ha dedicato molto tempo ad analizzare che cosa bisogna fare per trasferire la conoscenza su queste pratiche come testimonia l’ultimo lavoro di Catani e Petrini Il Chilometro Consapevole . Le Politiche Locali del Cibo rappresentano poi doppiamente questa necessità di fare Relazioni (500 tra accademici, politici e ricercatori) per disegnare Atlanti del Cibo, Food Policy che non sono altro che sistemi per organizzare il trasferimento di informazioni.
Questo incontro al Giardino degli Aromi, per definire l’agenda futura su proposta dell’Italia che Cambia, testimonia la partecipazione di Ciboprossimo a molte di queste attività, dalle quali abbiamo tratto sicuramente la definizione degli argomenti che abbiamo utilizzato per analizzare questi temi ed arrivare ad implementare la nostra proposta tecnologica. Ho ricostruito i passi principali di questo percorso in Ritorno al Futuro 4.0.
Avevamo seguito tanto anche l’Economia Solidale che è sicuramente, tramite l’istituzione dei Gas, una delle soluzioni più efficaci di supporto allo sviluppo di queste agricolture. Ci siamo occupati anche di esperienze innovative come la La Ruche qui Dit Oui proprio nel momento in cui sono sbarcate nel nostro paese. Abbiamo girato il lungo e il largo l’Italia vedendo come gli amministratori pubblici avrebbero potuto interpretare proposte di Agroecologia partendo da analisi territoriali a partire dalla scoperta dei loro territori. A proposito del fare convegni per far diminuire l’asimmetria informativa tra produzione e consumo, il vero tallone di Achille di questo mercato, non è male vedere che cosa dicono e fanno quelli di Wikyfarmer
Molto interessante è Reframing the local–global food systems debate through a resilience lens
Posso comprarla senza vederla
Sempre uguale, sempre disponibile, identificabile senza vederla, codice a barre, può diventare un marchio, qualità omologata, quantità predefinita, semi brevettati, terreni uniformati. A proposito del legame stretto che esiste tra la comunicazione e la strutturazione dei sistemi produttivi e distributivi avevo dedicato un approfondimento quando mi sono occupato de L’informazione geografica e il supermercato .
Per sceglierla devo vederla
Sempre diverso, disponibilità variabile, riconoscibile solo vedendolo, senza identificazione, rimane un prodotto unico, qualità dipende dalla natura, quantità variabile, semi riproducibili, terreni differenti.
Parte di un ecosistema
Ma la Certosa è figlia di un sistema dove chi ne diventa conforme potrà fare altre certose. Esiste un mondo fatto da leggi, spazi urbani, tempi lavorativi, stili di vita, comunicazione, tecniche di brandizzazione, creazioni di immaginari dove tutto è predisposto perché nascano nuove certose. Chi vuole produrre una nuova certosa la costruisce e l’aggiunge nei cataloghi, la mette negli scaffali, la fa entrare nei carrelli e se eventualmente le serve fa aggiungere una nuova serra ad Almeria. E quando manca qualcosa sono capaci di organizzarlo come dimostra questo esempio indiano
Funghi un ecosistema completamente differente

Barbara McClintock, premio Nobel per i suoi studi sui geni del mais, definiva la straordinarietà delle piante «oltre ogni nostra aspettativa». E non perché sanno fare le stesse cose umani, ma perché le radici che le legano per tutta la vita allo stesso luogo le hanno costrette a sviluppare innumerevoli meccanismi ingegnosi» per affrontare le stesse difficoltà che gli animali possono evitare semplicemente scappando. Potremmo dire la stessa cosa dei funghi. Il micelio è una soluzione altrettanto ingegnosa, una brillante risposta ad alcune delle sfide basilari della vita. I funghi miceliari non fanno le nostre stesse cose e contengono reticoli flessibili che si rimodellano incessantemente Anzi, sono reticoli flessibili che si rimodellano incessantemente.
Comunemente pensiamo agli animali e alle piante come a materia , mentre in realtà sono sistemi attraverso i quali la materia passa di continuo.
Quando siamo di fronte ad un organismo , che sia un fungo o un pino catturiamo un frammento del suo sviluppo continuo.
L’Ordine Nascosto – Merlin Sheldrake
I Legami che Uniscono
Un altro aspetto importante fu l’incontro con le micorrize e le reti struttura del mondo vegetale. E’ stato come un fulmine a ciel sereno perché ci permetteva finalmente di avere una rappresentazione vegetale a quanto stavamo raccontando da anni con un linguaggio tecnologico. A tal fine un buon esempio dell’importanza delle micorizze è la Monotropa Uniflora.
Slime Mould
Molto interessanti e molto vicine al mondo dei funghi sono le Slime Mould . Questo protista melmoso unicellulare è stato molto studiato per la sua intelligenza, analoga a quella riscontrata nei miceli ma soprattutto perché può essere visto senza l’uso del microscopio. È un organismo in genere di colore giallo, che si nutre di spore fungine, batteri e altri microbi. Il physarum polycephalum è un microbo molto semplice da far crescere in coltura, è stato infatti utilizzato come organismo modello per molti studi che coinvolgono il movimento ameboide e la motilità delle cellule. Ciascuno di noi può comprarne un kit e verificare personalmente le caratteristiche di espansione e la sua capacità sia di imparare che di ricordare. Il loro comportamento è così espressivo che è in grado di testimoniare in modo esemplare cosa sia la complessità da finire persino al Parc zoologique de Paris Crediamo che lo scopo dell’esposizione in un parco di divulgazione scientifica sia quello di trasmettere l’idea che utilizzando i principi della autorganizzazione sia possibile, partendo da un singolo protista, ottenere comunità così spettacolari.
Dictyostelium Discoideum
Un ottimo rappresentante delle mucillagine melmose, un mixomiceto, il Dictyostelium Discoideum, è il testimone preferito da John Bonner, il precursore degli studi sulle Slime Mould quando doveva documentare lo stupefacente ciclo riproduttivo di questo protista. Singole cellule al richiamo di una cMap, presente in una situazione di stress alimentare, si aggregano tra loro in forme sempre più complesse fino a passare da un insieme di cellule singole ad un organismo multicellulare dove le singole partecipanti si specializzano alcune per dar forma allo stelo ed altre al bulbo. Questo organismo può competere, grazie ad una forma diversa, risolvendo da un lato la carenza alimentare e dall’altro riprendere il ciclo riproduttivo visto che è in grado di restituire le amebe da cui è partita la sua evoluzione. La biodiversità è dunque un ottimo testimone del fatto che, avendo una piattaforma in comune, singoli organismi sono in grado di evolvere, secondo principi di autorganizzazione, verso soluzioni inimmaginabili per organismi che rimangono isolati tra loro.
Un Sistema del Cibo Locale
Rappresentare visivamente le proprie risorse territoriali come hanno fatto nel Tahoe Food Hub è il primo passo per sviluppare quella coscienza di luogo dalla quale è possibile partire per coinvolgere gli attori del proprio territorio per farli diventare protagonisti del proprio cambiamento. Organizzare una Tavola Rotonda è il metodo con il quale possiamo vedere se un territorio riconosce l’importanza di questo percorso di autocoscienza per fare poi quei passi successivi che permettono l’intessere della trama completa. Abbiamo approfondito il tema delle modalità di rappresentazione parlando della Comunità del Cibo Martesana ma non perdetevi le difficoltà che si incontrano nel Rappresentare un Sistema Collaborativo. Anzi la Tavola Rotonda è figlia della considerazione che tutto quello di cui abbiamo parlato finora è più facile farlo che continuare a discuterne.
Non è forse più semplice anziché rappresentare, far partecipare alla costruzione di una rappresentazione?
Modellizzazione
Avere una tecnica per far emergere visualmente un foodshed è un’ottimo punto di partenza. Altrettanto importante è farlo diventare un modello replicabile per poter puntinare un’area vasta, come potrebbe essere la Regione di Cincinnati, di esperienze analoghe e quindi individuare quale sia il sistema relazionale a questo livello di complessità. E’ quanto propone Nourish con il suo Regenerative Food and Health Systems that Reconnect People with Land, Culture, and Each Other. Un’ottimo sistema di modellizzazione assolutamente da conoscere sono i “Food Village”: An Innovative Alternative Food Network Based on Human Scale Development Economic Model .
Round Robin e Tavole Rotonde
Tutto quello che abbiamo raccontato è possibile. Ci sono riusciti quelli di Radical Mycology con comuni strumenti di inclusione e di divulgazione.
Un anno di esperienza sul campo ci ha insegnato che una volta messi gli operatori locali nelle condizioni di operare questi come il Dictyostelium Discoideum diventano autonomi e sviluppano la loro mucillagine. Il software c’è e la struttura di supporto anche.
Per accompagnare quanto sin qui presentato abbiamo reso disponibili un paio di strumenti specifici per questa fase di divulgazione e avviamento.
Il primo, il Round Robin, dovrebbe permetterci di vedere dove sono tutti gli attori che potenzialmente potrebbero essere interessati al processo descritto permettendoci così di raggiungere quelle aziende che negli anni hanno fatto capolino in Internet con articoli, su testate nazionali o significative, che raccontavano qualcosa di loro che li facesse ritenere connessi con una delle due mele. Sono stati mappati perché si suppone che loro siano uno di quei nodi di rete che dovranno essere connessi. E’ una possibilità non un assioma visto che poi la loro capacità di fare rete deriverà dalle connessioni reali che riusciranno a generare. D’altro canto le connessioni come in WhatsApp derivano dalle rubriche che sappiamo tutti contengono molti nomi che non ci ricordiamo nemmeno ma se non ci fossero non potremmo stabilire relazioni all’interno di questi nuovi strumenti tecnologici. Il fare rubriche è dunque il primo passaggio che deve essere fatto, dare un’identità digitale ad operatori reali e quindi ben vangano stimoli come quella Dei Pastori Felici.
Il secondo, le Tavola Rotonde, dovrebbero permettere ad una comunità reale di autorappresentarsi con una sorta di autoanalisi dando il via al processo che dovrebbe portare al Tahoe Food Hub. La ripresa di questi incontri è il primo tassello dal quale partire visto che, la diffusione sui canali social e l’inclusione diretta dei soggetti evocati, dovrebbe permettere quello sviluppo virale tipico delle reti biologiche a cui abbiamo fatto metaforicamente riferimento.
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