Dentro la Rivoluzione Digitale

La conoscenza, infatti, non è una risorsa come le altre, dal punto di vista economico, perché – contrariamente alle risorse materiali – esprime due caratteristiche pregnanti: a) ha un costo di riproduzione zero (per la conoscenza codificata) comunque di molto inferiore al suo costo di produzione di origine (per la conoscenza generativa); b) non si consuma nell’uso, per cui non ha senso allocarla al migliore offerente, ma – per massimizzare il valore da essa ritraibile – occorre invece propagarla senza limiti, almeno fino a che si trova domanda disponibile. 

Nella propagazione, che mette insieme replicazione e trasferimento (nello spazio e nel tempo) della conoscenza da impiegare, ad ogni ri-uso, si genera un valore addizionale senza dover sopportare alcun costo (dal punto di vista cognitivo).

Se il ri-uso di una macchina, di un programma, di una soluzione standard effettuato cento volte, si genererà, dunque, un valore utile commisurato a 100, se il ri-uso arriva a 1.000 o 10.000 volte il valore risultante crescerà nella stessa misura. Ne risulta un potente motore di incremento esponenziale della produttività e del surplus (valore meno costi), per ogni ora di lavoro applicativo e per ogni Euro investito. L’economia della conoscenza è dunque una economia intrinsecamente moltiplicativa, nel senso che la replicabilità e trasferibilità delle conoscenze impiegate assicurano un flusso inesauribile di valore, fino al limite segnato dalla domanda disponibile sui mercati. Insomma, una vera “gallina dalle uova d’oro” per gli operatori economici che riescono a realizzare forme di propagazione rapida e poco costosa delle conoscenze possedute. Tutta l’economia moderna è basata sullo sfruttamento di questa fonte di valore che estende alla complessità del mondo reale il principio della riproducibilità, che la scienza si limita ad applicare ad ambienti artificiali costruiti con drastiche limitazioni alla complessità ammessa.

Gettare un ponte tra i due mondi, senza sacrificare troppo la riproducibilità cognitiva, è il compito degli inventori, degli ingegneri progettisti, degli imprenditori  innovatori, dei manager che programmano i processi, dei lavoratori che li eseguono con qualche margine di discrezionalità e anche dei consumatori finali, che possono scegliere tra lo standard e la prestazione personalizzata. Tutti questi soggetti possono trarre vantaggio dalla possibilità di aumentare i moltiplicatori della riproducibilità nelle specifiche applicazioni a cui hanno interesse.

Dentro la rivoluzione digitale pag. 69

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