Come abbiamo già detto, il Satipatthana Sutta indica quattro ambiti, o quattro categorie di fenomeni, o oggetti, che il meditante dovrebbe osservare e quindi definiscono tutti gli oggetti che sono più adatti per questo tipo di meditazione, cioè la meditazione dell’insight.
I quattro fondamenti sono: il primo è kaya-nupassana, cioè l’osservazione del corpo o della materialità; la seconda è vedana-nupassana, la tonalità affettiva delle sensazioni come vengono percepite in quanto piacevoli, spiacevoli e neutre; la terza è citta-nupassana, che è la contemplazione della mente o dei fattori mentali [la percezione, ossia la funzione di riconoscere e ricordare], mentre la quarta è dhamma-nupassana, ossia la contemplazione degli oggetti mentali.
Il significato della parola nupassana è simile a quello della parola vipassana. Il verbo passana ha il significato radice di “vedere, osservare quello che abbiamo davanti agli occhi”, e il prefisso vi è “guardare in profondità o direttamente”. Quindi si tratta di un’osservazione diretta senza un’aggiunta di interpretazioni o opinioni. Invece il prefisso nu significa “esercizio che va ripetuto”, infatti va ripetuto in un processo che dura a lungo. Di seguito saranno spiegati i primi due, kaya e vedana.
Spesso i meditanti pensano che osservare i processi fisici non sia così interessante e che invece osservare la mente possa portare a delle intuizioni più significative, ma non è così. L’osservazione della materialità o dei fenomeni fisici è una necessaria base per tutto il processo della meditazione, quindi non è un caso che sia il primo fondamento della consapevolezza e i meditanti di vipassana dovrebbero sempre iniziare con l’osservazione della materialità.
Questo significa cogliere tutte le sensazioni fisiche che si presentano attimo dopo attimo nel corpo. Il fatto che siano presentate in questo ordine ha una sua ragion d’essere, quindi uno degli obbiettivi della vipassana è quello di tenere la mente sempre focalizzata sul fenomeno che sorge nel presente. I fenomeni fisici accadono sempre nel qui e ora e possono essere percepiti adesso, quindi se la mente rimane costantemente nei fenomeni fisici è come se fosse ancorata continuamente nel presente, e questo non è così facile da fare riguardo ai fenomeni mentali, perché la mente è molto veloce e facilmente perdiamo il contatto con il momento presente; ci perdiamo facilmente nelle considerazioni, nelle riflessioni, nei giudizi, inoltre la nostra identificazione con i fenomeni fisici non è così forte come con i fenomeni mentali. È più facile osservare le sensazioni nel nostro corpo come un processo che avviene da sé, quindi riusciamo a mantenere una certa distanza e osservarlo come un processo impersonale. [Da I primi due fondamenti della consapevolezza, di Beate Gloeckner]
SATIPATTHANA SUTTA – I fondamenti della consapevolezza
Peace Beyond Suffering – Forest monastery
Santacittarama – Forest Monastery Italy
Fonte immagine di copertina Sravasti Abbey
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